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Vicino alla Giara, nella Sardegna centro-meridionale, spunta il simbolo per eccellenza della civiltà nuragica, unico sito sardo patrimonio materiale dell’Unesco.
A Barumini si respira un’aria speciale: sin dalla preistoria l’attuale borgo fu centro di potere e riferimento di un territorio ricco e fertile, la Marmilla. A testimoniarlo si erge su Nuraxi, il più imponente (e meglio conservato) tra i trenta siti nuragici baruminesi, nonché la più importante eredità che la civiltà ‘delle torri’ ci ha lasciato. L’area archeologica comprende un nuraghe complesso e un esteso villaggio di capanne, un luogo unico, che l’Unesco nel 1997 ha dichiarato patrimonio dell’Umanità. L’imponente sito è venuto alla luce grazie agli scavi condotti a metà XX secolo da Giovanni Lilliu. Al ‘padre’ dell’archeologia sarda è intitolato il Centro culturale a pochi passi dal nuraghe, dove si alternano tutto l’anno eventi, mostre, concerti e laboratori didattici.
Su Nuraxi, realizzato in basalto, pietra vulcanica proveniente dal vicino parco della Giara, presenta una stratificazione di duemila anni, dal XVI secolo a.C. al VII d.C. Il complesso è costituito da una torre centrale (mastio) e quattro angolari raccordate da un bastione, e, intorno, da un labirinto di 50 capanne, pozzi e cisterne.
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𝗔𝗾𝘂𝗶𝘀 𝗤𝘂𝗲𝗿𝗾𝘂𝗲𝗻𝗻𝗶𝘀 era un forte romano nella provincia di Ourense, in Galizia.
Fu costruito intorno al 69-79 dC per ospitare i soldati che costruivano la Via XVIII e fu occupato dalla Legio VII Gemina fino a quando quell'unità fu stanziata in Dacia nel 120 d.C. e il forte abbandonato.
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Il prossimo giovedì 1° dicembre 2022 alle ore 15,00, a Palazzo Panichi sede del Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno, verranno presentati i primi esiti della convenzione sottoscritta lo scorso maggio dalla Direzione Regionale Musei Marche con la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Tramite l’approfondita conoscenza del palazzo rinascimentale, la ricerca fornirà gli strumenti per intervenire sul museo, rendendolo più accogliente e facilmente fruibile.
Interverranno il sindaco Marco Fioravanti, il Direttore Regionale Musei delle Marche, Luigi Gallo, il Direttore del Museo, Sofia Cingolani, il responsabile scientifico della Convenzione, Renata Picone, i coordinatori della ricerca, Luigi Veronese e Mariarosaria Villani. #archeologia #ascolipiceno #museoarcheologico #abacocooperativa #federicoII #napoli #università …
A #villaguinigi il sarcofago di Antraccoli restaurato racconta la vita e la sepoltura di un uomo nella Toscana del IV secolo d.C.
Lo presentano alla stampa e al pubblico giovedì 24 novembre 2022, alle ore 16.00, Stefano Casciu Direttore regionale musei della Toscana, Angela Acordon Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, Luisa Berretti Direttrice Museo nazionale di Villa Guinigi, Giulia Coco già curatrice del Museo nazionale di Villa Guinigi, Neva Chiarenza Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara.
L’intervento ha coinvolto un’équipe multidisciplinare, che sotto la direzione della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, ha visto all’opera la restauratrice Carmela Sirello (Torino), l’architetto Massimo Venegoni (Studio Dedalo – Torino), il professor Angelo Agostino (chimico – Università di Torino), il professor Antonio Fornaciari (antropologo – Università di Pisa), il dottor Alessandro Giannoni (archeologo – Lucca), il dottor Rémi Corbineau (palinologo – Université de Rennes), il dottor Daniele Arobba (archeobotanico – Museo Archeologico del Finale). Repost @museinazionalilucca
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Adagiato sul fondo della grande vasca romana, il giovane efebo, bellissimo, sembra quasi dormire. Accanto a lui c'è Igea, la dea della salute che fu figlia o moglie di Asclepio, un serpente arrotolato sul braccio.
Poco più in là, ancora in parte sommerso dall'acqua, si intravvede Apollo e poi ancora divinità, matrone, fanciulli, imperatori. Protetto per 2300 anni dal fango e dall'acqua bollente delle vasche sacre, è riemerso in questi giorni dagli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana, un deposito votivo mai visto, con oltre 24 statue in bronzo di raffinatissima fattura, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in perfetto stato di conservazione. "Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo" annuncia in anteprima all'ANSA l'archeologo Jacopo Tabolli, il giovane docente dell'Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto con la concessione del ministero della Cultura e il sostegno anche economico del piccolo comune.
Un tesoro "assolutamente unico", sottolinea, che si accompagna ad una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre ad una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali. Insediato da una manciata di giorni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha già visitato il laboratorio di restauro che ha appena accolto le statue e ora applaude: "Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l'Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici.La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana", si appassiona il responsabile del Collegio Romano.
☀️ repost: @agenzia_ansa
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🏺Un archeologo scava animato sempre da una duplice tensione. Non sa mai se trova ciò che cerca o se cerca ciò che trova.🔎 #archeologia #abacocooperativa #scoperte #discovery #aforismi #archeologiapreventiva #trowel #digger #picoftheday #picsofthedays …
🤠Attraverso lo specchio….e quel che gli archeologi vi trovarono.
Parafrasando il titolo di un celebre racconto di Lewis Carrol oggi parliamo di uno specchio di bronzo rinvenuto nella Tomba 1 della necropoli di Casenovole.
All'interno della camera funeraria gli archeologi hanno rinvenuto ben tre specchi ma l'oggetto di cui parliamo oggi presenta delle vistose alterazioni.
Come si può vedere nella foto i bordi laterali hanno infatti subito una vistosa alterazione, risultando ripiegati verso l'interno.
Tale modifica non si è prodotta con la lunga permanenza nel terreno o durante le operazioni di scavo ma venne realizzata intenzionalmente al momento della sua deposizione.
Si tratta di una pratica ben attestata fin dalla protostoria, la cosiddetta "defunzionalizzazione" rituale di un oggetto solitamente utilizzato come parte del corredo funerario.
Rendendo inservibile l'oggetto e impedendone un possibile riutilizzo lo si voleva consacrare definitivamente alla tomba e alla sfera funeraria.
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Trova l’intruso! 🕵️♂️ #abacocooperativa #archeologia #catsofinstagram #survey #archeologiapreventiva #cats …
L’archeologia è l’arte di dare un volto a uno scheletro, un luogo ad un oggetto e l’eternità alla polvere #archeologia #abacocooperativa #polvere #scavo #scoperte #archeologiapreventiva …
Un tesoro unico…rifatevi gli occhi…i pugnali di Ripatransone vi aspettano ad Ascoli! Non potete perderli💪🏻 #ascoli #abacocooperativa #archeologia #ripatransone #manm #museoarcheologicoascolipiceno #ancona #bronzo #pugnali …
👉🏼Eccovi le proposte didattiche pensate per voi da @abacocooperativa e Arte di @michelemassoni … a disposizione per qualsiasi informazione o chiarimenti, non esitate a contattarci! Vi aspettiamo #abacocooperativa #archeologia #scuola #school #musei #istruzione #proposte #didattica #insegnamento #insegnanti #professori #archeologo #storia #idee …
Sembra una gommosa a forma di coccodrillo, invece è un ciondolo in corniola rinvenuto in Egitto e databile tra il XX e XVIII sec. a.C. oggi facente parte della collezione Michael C. Carlos, Georgia, USA.
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Vaso di terracotta a forma di artiglio di aragosta. ca. 460 a.C. Greco, classico.
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Un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie. E poi un letto, un tavolino, un baule svuotato e lasciato aperto nella fretta degli ultimi istanti.
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L’Acqua Claudia è un acquedotto costruito da Caligola nel 38 d.c, si snodava per 68 km, in gran parte sotto terra, dalle sorgenti della valle dell'Aniene al Palatino.
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Appuntamento da non mancare a Grottazzolina…4 Agosto “Notte Picena” venite a scoprire le novità sulla mostra “Generazione di Piceni” #abacocooperativa #comunegrottazzolina #igersmarche #mostra #piceni #archeologiasperimentale #ceramica #pottery #wool #tessitura #telaio #borgo #archeologia …
La spada anglosassone Abingdon risale all’875 d.C. circa ed è uno degli esempi più importanti di arte argentiera tardo anglosassone. Scorri per avvicinarti ➡️🚄
La spada fu trovata nel 1874 a Bog’s Mill vicino alla città di Abingdon nell’Oxfordshire. Caratterizzato da motivi animali e simboli evangelisti, è decorato con supporti d’argento intarsiati con niello in stile Trewhiddle, uno stile distintivo e complesso che si trova nell’arte anglosassone. I pannelli di guardia sono decorati con piante e fogliame, una figura umana, un uccello, un bipede che morde la coda, un animale alato e due animali che morde il corpo.
Manca la parte inferiore della lama, ma i raggi X hanno dimostrato che la lama è stata prodotta attraverso un processo noto come saldatura a motivi geometrici, in cui strisce di ferro sono state attorcigliate insieme in un modello che ha dato alla lama una maggiore resistenza.
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Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. E’ un palindromo ossia letto in senso inverso mantiene immutato il significato.
👉🏻 Il quadrato magico è visibile su un numero vastissimo di reperti archeologici, sparsi un po' ovunque in Europa.
Gli esemplari più antichi e più famosi sono quello incompleto rinvenuto nel 1925 durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Paquio Proculo.
Ma è ben visibile in una moltitudine svariata di reperti: a Roma, nei sotterranei della basilica di Santa Maria Maggiore, nelle rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium) in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhône-Alpes), a Oppède in Vaucluse, a Le Puy-en-Velay, nella corte della Cappella di Saint-Claire, sulla parete del Duomo cittadino di fronte al Palazzo Arcivescovile a Siena, sulla facciata della Chiesa di Santa Lucia a Magliano de' Marsi, nella Certosa di Trisulti a Collepardo, a Santiago di Compostela in Spagna, nelle rovine della fortezza romana di Aquincum in Ungheria, a Riva San Vitale in Svizzera, solo per citarne alcune.
I ritrovamenti sono quasi tutti in edifici religiosi cristiani e che non se ne conoscono di antecedenti l'era cristiana.
Il significato è tutt’ora misterioso malgrado le numerose ipotesi, alcune invero molto fantasiose. Una lettura potrebbe essere: “ il seminatore, col proprio carro, governa le ruote.”
Facile intuire che, visto il periodo, successivo alla morte di Cristo, si potesse individuare nel seminatore Dio, che governa le ruote dell’universo.
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👉🏻 Fonti :
– M. Guarducci, "Il misterioso “Quadrato Magico”, l'interpretazione di Jérome Carcopino e documenti nuovi", Archeologia classica, XVII, pp. 219–270, 1965.
– F. P. Maulucci Vivolo, E l'acqua zampillerà dal deserto. Testimonianze giudaiche e cristiane a Pompei prima del 79, Carcavallo, Napoli 1990. #sator #palindrome #palindromo #abacocooperativa …
Situato nel Kent orientale, il 𝗙𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗶𝗰𝗵𝗯𝗼𝗿𝗼𝘂𝗴𝗵 è stato uno dei luoghi con occupazione romana più lunga in Gran Bretagna, con una storia che va da Claudio nel 43 d.C. fino alla partenza romana quasi quattro secoli dopo.
👉🏻 Durante la sua lunga storia Richborough si trasformò da base militare a prospera città portuale, da base di rifornimento a forte costiero sassone.
L'archeologia ha testimoniato la sua importanza in epoca romana, con i suoi suggestivi terrapieni visibili ancora oggi.
📸 @pics_fromthesky
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Queste bellissime perle di vetro e ambra sono state scoperte nella sepoltura anglosassone di una femmina adulta.
Il #CASiteTeam ha scoperto una serie di corredi funerari molto speciali. Hanno anche trovato una collezione di diciotto contatori da gioco. Uno era di pietra, ma i restanti diciassette erano stati realizzati riutilizzando ceramiche romane, tra cui un mortaio di ceramica.
Che scoperta incredibile.
Photo credit: CA Site Team ( Cotswold Archaeology)
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